venerdì 16 giugno 2017

#girigiritondi alla Rigantoca 2017

Parto da qui, da una frase che non è mia, ma del mio compagno di avventure e di scrittura Manuele: sono ricordi che vale la pena costruirsi. Partecipare alla Rigantoca è davvero un ricordo che vale la pena costruirsi: è così per noi adulti, figurarsi per i bambini. E allora perché non tentare la sfida? Da una mente che mia moglie, chissà forse a ragione, giudica malata è nata l’idea: proviamo a fare la Rigantoca coi bambini e vediamo se riescono a finirla. Quarantadue chilometri e fischia di sentieri di media montagna, dal Righi sino alla vetta dell’Antola e poi giù sino all’arrivo di Caprile per due bambini di 10 e 12 anni sono fattibili? Abbiamo dimostrato di sì, a patto di affrontarli con una giusta preparazione alle spalle e la dovuta allegria e spensieratezza dei nostri #girigiritondi. E allora una sveglia birichina che suona alle tre e mezza del mattino diventa più ganza di una serata in pizzeria e la preparazione con calzettoni, maglia tecnica e pila frontale (che non è servita quasi a niente) un rito che, se per un ultratrailer navigato è pura routine, per un marmocchietto alle prime armi è come la vestizione di un cavaliere medioevale.
Ma fosse tutto lì, sarebbe facile. Qui si tratta di camminare, altroché! Pronti partenza via, poco prima delle cinque del mattino dal Righi e se i primi dieci chilometri sono facili, perché quasi interamente pianeggianti, il rischio è che subentri la noia, che per un bambino è forse peggio della stanchezza. Per fortuna ecco che si sale, su per boschi sino a incrociare l’Alta Via presso il colle di Creto e giungere finalmente al primo check point della Cappella della Sella. I volontari del CAI Sampierdarena, splendidi organizzatori di questa camminata non competitiva giunta alla sedicesima edizione, non lesinano complimenti ai nostri piccoli scarpinatori, ma la strada è ancora lunga ed è bene non montarsi troppo la testa. Dopo avere mangiucchiato qualcosa si riparte, immersi sempre nel bosco che a un certo punto si butta a capofitto giù giù ripido sino a Pratogrande. Siamo al primo cancello orario, brillantemente superato con più di due ore di margine e possiamo mandare entusiastici messaggi alle mamme in ansia a casa, con un piede in una ciabatta e l’altro già calzato, pronte a partire per venirci a raccogliere, alla prima seria difficoltà dei pargoli. Ma non è proprio il caso. I due hanno energie da vendere e, ciò che forse ancora di più conta, il morale è alle stelle. Meglio così, anche perché ora c’è da affrontare il vero muro della Rigantoca: la ripida salita alla Cappella della Gorra, dove c’è il terzo check point con annesso ristoro dove inizia a fare capolino pure qualche canestrello: il che non guasta. Purtroppo inizia pure a fare caldo perché il sole, sono ormai le nove passate, è già alto e ora toccherà affrontare un tratto, per fortuna non lungo, piuttosto esposto. Ma dalla cappelletta di Frassineto eccoci ripiombare nella maggiore frescura del bosco su un sentiero che non sale neppure eccessivamente ripido. Cammina e cammina si arriva al ristoro gran gourmet di Piani: focaccia, formaggio pecorino, vino bianco e acqua fresca di fonte. E che volete di più? I bambini si rinvigoriscono (non per il vino bianco, tranquilli) e sono ormai pronti ad affrontare il tratto più impegnativo, più che altro per la stanchezza che si inizia ad accumulare, sino al prossimo check point della Cappelletta di Pentema dove il contachilometri segna ormai 31; non male. È qui la festa? A Pentema l’allegria regna sovrana: entusiasmo alle stelle per i piccoli arrancatori, fotografie e il mitico brodo offerto dagli “amici di Pentema”.
Tutto ciò che serve per ricaricare un po’ le pile in vista della zampata finale verso l’ultimo check point con cancello orario, quello del Colletto alla famosa cappelletta dei Bucci, e degli ulteriori tre chilometri di salita sino al Rifugio Parco Antola, dove ci aspetta la straordinaria crostata che ormai fa parte del paesaggio della Rigantoca quasi come la croce bianca. Ancora con le briciole ai lati della bocca, eccoci affrontare quello che è davvero l’ultimo strappo, breve peraltro, sino ai 1500 metri della vetta dell’Antola e all’ultimo check point, decorosamente festeggiato con una dab che, per i bambini, è una cosa molto figa, mentre per noi adulti si potrebbe rivelare assai pericolosa dopo tanti chilometri di cammino, vista la torsione di schiena che comporta. Meglio non rischiare.
Bravi bambini! Avete la Rigantoca in tasca. Ora è tutta discesa, giù per i bellissimi prati del Ciuffo, sino a Caprile. Quattro chilometri circa di passerella, un po’ come l’ultima tappa del Tour de France. E a Caprile ecco la mamma, con tanto di campanacci in stile valdostano a fare festa, lo striscione dell’arrivo, l’applauso degli organizzatori. Spuntano addirittura due targhe, fatte incidere dal CAI Sampierdarena, per i due finisher più giovani della Rigantoca, maschio e femmina.

Ha ragione Manuele, non si tratta di un trionfo sportivo o di chissà quale impresa: è semplicemente la celebrazione di un ricordo che è valsa la pena costruirsi. E due bambini di 10 e 12 anni sono riusciti a farlo con le proprie forze, con la sana follia della loro età e, forse, dei loro papà.        



giovedì 1 giugno 2017





Quanti bei fine settimana si sono succeduti nel maggio in fiore appena trascorso...
Un'occasione imperdibile per scorrazzare qua e là sui sentieri, nei prati - senza schiacciare i narcisi eh - e magari anche per arrampicarsi sugli alberi alla ricerca delle ciliegie o delle prime albicocche.

Quindi, per non disturbare, abbiamo aspettato e programmato per la fine di giugno un appuntamento che, da scarabocchiatori dilettanti, ci riempie di gioia e ci inorgoglisce.

Pensare che Francesca ed Elsa andranno a stringersi fra, magari, Bonatti e Messner, dorso a dorso, beh, non è di buon auspicio? :)

Vi aspettiamo!